La
gente è stanca di banalità e di semplici generalizzazioni – essa
esige qualcosa di definito e di specifico. Lo sciroppino dolce potrà
servire per rassicurare i bambini, ma un tonico al ferro si adatta
meglio ad adulti, e noi sappiamo quanto sia particolarmente
necessario infondere vigore spirituale nelle nostre membra: questo
verrà realizzato solo quando avremo una comprensione spirituale del
pieno carattere di Dio. E’ scritto: "Egli corromperà con
lusinghe quelli che tradiscono il patto; ma il popolo di quelli che
conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà" (Da. 11:32).
Senza dubbio è vicina una crisi di portata mondiale e dovunque si
trova gente allarmata. Dio, però, no, Egli non si lascia mai
cogliere di sorpresa.
Non
c’è alcuna emergenza inaspettata che lo colga, perché Egli è uno
che: "compie ogni cosa secondo la decisione della propria
volontà" (Ef. 1:11). Per questo, sebbene il nostro mondo sia
colto dal panico, la parola rivolta al credente è "Non
temere!".
"Tutte
le cose" sono sottoposte al Suo immediato controllo, "tutte
le cose" si muovono secondo i Suoi propositi eterni, e quindi,
"tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i
quali sono chiamati secondo il suo disegno" (Ro. 8:28). Deve per
forza essere così, perché: "da lui, per mezzo di lui e per lui
sono tutte le cose" (Ro. 11:36). Quanto poco, però, persino il
popolo di Dio si rende conto di questo! Molti suppongono che Dio non
sia altro che uno Spettatore che guardi da lontano, e che non intenda
prendere nelle Sue mani gli affari del mondo. E’ vero che l’uomo
possiede una volontà, ma pure Dio ha una volontà. E’ vero che
l’uomo è dotato di potenza, ma Dio è onnipotente. E’ vero che,
generalmente parlando, il mondo materiale è regolato da leggi, ma
dietro a quelle leggi vi è il grande Legislatore e Amministratore.
L’uomo non è che una creatura. Dio è il Creatore, e già in ere
lontanissime,
prima
che l’uomo stesso venisse alla luce, Egli era "Dio potente"
(Is. 9:6). Da sempre Egli aveva fatto i Suoi piani e, essendo
infinito quanto a potere, e l’uomo limitato, i Suoi propositi e
piani non possono essere impediti o frustrati da quelle stesse
creatore che Egli ha fatto.
Siamo
disposti a concedere che la vita sia un problema profondo e che noi
si sia circondati da ogni parte da misteri, ma noi non siamo come le
bestie dei campi - ignoranti delle loro origini, ed inconsapevoli di
ciò che sta davanti a loro. No, "Abbiamo … la parola
profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una
lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e
la stella mattutina sorga nei vostri cuori" (2 Pi. 1:19).
E’
proprio a questa Parola profetica che noi faremmo bene a "prestare
attenzione", a quella Parola che non trasse origine dalla mente
dell’uomo, ma dalla mente di Dio, perché "nessuna profezia
venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da
parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo" (2 Pi.
1:21). Ancora vogliamo sottolinearlo, è a questa parola che faremmo
bene a prestare attenzione.
Se
allora ci volgiamo a questa Parola e lasciamo che essa ci istruisca,
vi scopriamo un principio fondamentale che deve essere applicato ad
ogni problema: invece che prendere le mosse dall’uomo e dal suo
mondo, e poi considerare Dio, dobbiamo prendere le mosse da Dio e poi
considerare l’uomo – "In principio Dio"! Applicate
questo all’attuale nostra situazione.
Incominciate
dal mondo com’è oggi e cercate di risalire poi a Dio, e tutto
sembrerà mostrare come Dio non abbia alcuna attinenza al mondo. Se
però cominciamo con Dio e poi consideriamo l’uomo troveremo che
luce, molta luce sarà proiettata sul problema. Proprio perché Dio è
santo la Sua ira si accende contro il peccato; proprio perché Dio è
giusto il Suo giudizio cade su coloro che si ribellano a Lui; proprio
perché Dio è fedele che le gravi minacce della Sua Parola sono
adempiute; proprio perché Dio è onnipotente che nessuno può
pensare di opporgli resistenza e vincere, ed ancor meno sovvertire il
Suo consiglio; e proprio perché Dio è onnisciente che nessun
problema Lo può soverchiare e nessuna difficoltà rendere perplessa
la Sua sapienza. E’ proprio perché Dio è quello che è che noi
vediamo accadere ciò che accade sulla terra quello che accade –
l’inizio del giudizio che si sta manifestando esattamente come Lui
aveva detto. E’ proprio considerata la Sua inflessibile giustizia
ed immacolata santità che noi non potremmo attenderci altro che
quello che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diciamolo però
chiaramente: il cuore può acquietarsi al pensiero dell’assoluta
sovranità di Dio e godere di questa grande verità solo nella misura
in cui la fede è operante.
E’ la fede che sola può intendere la realtà di Dio. Questo è il suo carattere, ciò che la distingue dalla teologia intellettuale. E’ la fede che rende possibile sopportare ogni cosa "come se vedesse colui che è invisibile" (Ebrei 11:27); è la fede che permette di sopportare la delusione, la durezza della vita e i suoi dolori. Essa sola lo può fare perché si rende conto che tutto proviene dalla mano di Colui che è troppo saggio per errare e troppo amorevole per essere ingiusto. Fintanto che non ci occuperemo solo di Dio stesso, non ci sarà pace né per il nostro cuore né per la nostra mente. Solo quando accettiamo tutto ciò che entra nella nostra vita come se di fatto provenisse – e proviene – dalla Sua mano, non importa quali possono essere le circostanze o l’ambiente in cui siamo, sia essa una capanna, una prigione o il rogo dove bruciamo come martiri, solo allora saremo in grado di dire: "vi son gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi son delizie in eterno" (Salmo 16:16). Questo, però, è il linguaggio della fede, non della visione o dei sensi. Se però noi, invece che piegarci alla testimonianza delle Sacre Scritture, invece di camminare per fede, seguiamo l’evidenza dei nostri occhi, e sulla base di questa noi ragioniamo, cadremmo ben presto nel pantano dell’ateismo pratico.
E’ la fede che sola può intendere la realtà di Dio. Questo è il suo carattere, ciò che la distingue dalla teologia intellettuale. E’ la fede che rende possibile sopportare ogni cosa "come se vedesse colui che è invisibile" (Ebrei 11:27); è la fede che permette di sopportare la delusione, la durezza della vita e i suoi dolori. Essa sola lo può fare perché si rende conto che tutto proviene dalla mano di Colui che è troppo saggio per errare e troppo amorevole per essere ingiusto. Fintanto che non ci occuperemo solo di Dio stesso, non ci sarà pace né per il nostro cuore né per la nostra mente. Solo quando accettiamo tutto ciò che entra nella nostra vita come se di fatto provenisse – e proviene – dalla Sua mano, non importa quali possono essere le circostanze o l’ambiente in cui siamo, sia essa una capanna, una prigione o il rogo dove bruciamo come martiri, solo allora saremo in grado di dire: "vi son gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi son delizie in eterno" (Salmo 16:16). Questo, però, è il linguaggio della fede, non della visione o dei sensi. Se però noi, invece che piegarci alla testimonianza delle Sacre Scritture, invece di camminare per fede, seguiamo l’evidenza dei nostri occhi, e sulla base di questa noi ragioniamo, cadremmo ben presto nel pantano dell’ateismo pratico.
Oppure
ancora, se nostra regola sono le opinioni e le idee di altri, sarà
finita la nostra pace.
Certo, questo è un mondo di molto peccato, un mondo in cui indicibili sofferenze ci turbano e ci confondono; certo, vi è molto nel comportamento di Dio che ci sorprende e ci turba, ma non c’è ragione per cui noi si debba unirci al coro dei figli di questo mondo e dire: "Se io fossi Dio, non permetterei questo né tollererei quest’altro", ecc. Faremmo meglio, in presenza dei misteri più incomprensibili, fare eco a quell’antico personaggio che disse: "Sto in silenzio, non aprirò bocca, perché sei tu che hai agito" (Salmo 39:9). La Scrittura ci dice: "Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!" (Ro. 11:33). Deve essere così se la fede deve essere messa alla prova, rafforzata la fiducia nella Sua sapienza, e promossa la sottomissione alla Sua santa volontà. Sta qui la differenza fondamentale fra l’uomo di fede e l’uno incredulo.
Certo, questo è un mondo di molto peccato, un mondo in cui indicibili sofferenze ci turbano e ci confondono; certo, vi è molto nel comportamento di Dio che ci sorprende e ci turba, ma non c’è ragione per cui noi si debba unirci al coro dei figli di questo mondo e dire: "Se io fossi Dio, non permetterei questo né tollererei quest’altro", ecc. Faremmo meglio, in presenza dei misteri più incomprensibili, fare eco a quell’antico personaggio che disse: "Sto in silenzio, non aprirò bocca, perché sei tu che hai agito" (Salmo 39:9). La Scrittura ci dice: "Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!" (Ro. 11:33). Deve essere così se la fede deve essere messa alla prova, rafforzata la fiducia nella Sua sapienza, e promossa la sottomissione alla Sua santa volontà. Sta qui la differenza fondamentale fra l’uomo di fede e l’uno incredulo.
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