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sabato 24 agosto 2013

LA SOVRANITA' DI DIO (tutto è stato predestinato) - II parte

La gente è stanca di banalità e di semplici generalizzazioni – essa esige qualcosa di definito e di specifico. Lo sciroppino dolce potrà servire per rassicurare i bambini, ma un tonico al ferro si adatta meglio ad adulti, e noi sappiamo quanto sia particolarmente necessario infondere vigore spirituale nelle nostre membra: questo verrà realizzato solo quando avremo una comprensione spirituale del pieno carattere di Dio. E’ scritto: "Egli corromperà con lusinghe quelli che tradiscono il patto; ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà" (Da. 11:32). Senza dubbio è vicina una crisi di portata mondiale e dovunque si trova gente allarmata. Dio, però, no, Egli non si lascia mai cogliere di sorpresa.
Non c’è alcuna emergenza inaspettata che lo colga, perché Egli è uno che: "compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà" (Ef. 1:11). Per questo, sebbene il nostro mondo sia colto dal panico, la parola rivolta al credente è "Non temere!".

"Tutte le cose" sono sottoposte al Suo immediato controllo, "tutte le cose" si muovono secondo i Suoi propositi eterni, e quindi, "tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno" (Ro. 8:28). Deve per forza essere così, perché: "da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose" (Ro. 11:36). Quanto poco, però, persino il popolo di Dio si rende conto di questo! Molti suppongono che Dio non sia altro che uno Spettatore che guardi da lontano, e che non intenda prendere nelle Sue mani gli affari del mondo. E’ vero che l’uomo possiede una volontà, ma pure Dio ha una volontà. E’ vero che l’uomo è dotato di potenza, ma Dio è onnipotente. E’ vero che, generalmente parlando, il mondo materiale è regolato da leggi, ma dietro a quelle leggi vi è il grande Legislatore e Amministratore. L’uomo non è che una creatura. Dio è il Creatore, e già in ere lontanissime,
prima che l’uomo stesso venisse alla luce, Egli era "Dio potente" (Is. 9:6). Da sempre Egli aveva fatto i Suoi piani e, essendo infinito quanto a potere, e l’uomo limitato, i Suoi propositi e piani non possono essere impediti o frustrati da quelle stesse creatore che Egli ha fatto.
Siamo disposti a concedere che la vita sia un problema profondo e che noi si sia circondati da ogni parte da misteri, ma noi non siamo come le bestie dei campi - ignoranti delle loro origini, ed inconsapevoli di ciò che sta davanti a loro. No, "Abbiamo … la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori" (2 Pi. 1:19).

E’ proprio a questa Parola profetica che noi faremmo bene a "prestare attenzione", a quella Parola che non trasse origine dalla mente dell’uomo, ma dalla mente di Dio, perché "nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo" (2 Pi. 1:21). Ancora vogliamo sottolinearlo, è a questa parola che faremmo bene a prestare attenzione.
Se allora ci volgiamo a questa Parola e lasciamo che essa ci istruisca, vi scopriamo un principio fondamentale che deve essere applicato ad ogni problema: invece che prendere le mosse dall’uomo e dal suo mondo, e poi considerare Dio, dobbiamo prendere le mosse da Dio e poi considerare l’uomo – "In principio Dio"! Applicate questo all’attuale nostra situazione.

Incominciate dal mondo com’è oggi e cercate di risalire poi a Dio, e tutto sembrerà mostrare come Dio non abbia alcuna attinenza al mondo. Se però cominciamo con Dio e poi consideriamo l’uomo troveremo che luce, molta luce sarà proiettata sul problema. Proprio perché Dio è santo la Sua ira si accende contro il peccato; proprio perché Dio è giusto il Suo giudizio cade su coloro che si ribellano a Lui; proprio perché Dio è fedele che le gravi minacce della Sua Parola sono adempiute; proprio perché Dio è onnipotente che nessuno può pensare di opporgli resistenza e vincere, ed ancor meno sovvertire il Suo consiglio; e proprio perché Dio è onnisciente che nessun problema Lo può soverchiare e nessuna difficoltà rendere perplessa la Sua sapienza. E’ proprio perché Dio è quello che è che noi vediamo accadere ciò che accade sulla terra quello che accade – l’inizio del giudizio che si sta manifestando esattamente come Lui aveva detto. E’ proprio considerata la Sua inflessibile giustizia ed immacolata santità che noi non potremmo attenderci altro che quello che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diciamolo però chiaramente: il cuore può acquietarsi al pensiero dell’assoluta sovranità di Dio e godere di questa grande verità solo nella misura in cui la fede è operante. 

E’ la fede che sola può intendere la realtà di Dio. Questo è il suo carattere, ciò che la distingue dalla teologia intellettuale. E’ la fede che rende possibile sopportare ogni cosa "come se vedesse colui che è invisibile" (Ebrei 11:27); è la fede che permette di sopportare la delusione, la durezza della vita e i suoi dolori. Essa sola lo può fare perché si rende conto che tutto proviene dalla mano di Colui che è troppo saggio per errare e troppo amorevole per essere ingiusto. Fintanto che non ci occuperemo solo di Dio stesso, non ci sarà pace né per il nostro cuore né per la nostra mente. Solo quando accettiamo tutto ciò che entra nella nostra vita come se di fatto provenisse – e proviene – dalla Sua mano, non importa quali possono essere le circostanze o l’ambiente in cui siamo, sia essa una capanna, una prigione o il rogo dove bruciamo come martiri, solo allora saremo in grado di dire: "vi son gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi son delizie in eterno" (Salmo 16:16). Questo, però, è il linguaggio della fede, non della visione o dei sensi. Se però noi, invece che piegarci alla testimonianza delle Sacre Scritture, invece di camminare per fede, seguiamo l’evidenza dei nostri occhi, e sulla base di questa noi ragioniamo, cadremmo ben presto nel pantano dell’ateismo pratico.
Oppure ancora, se nostra regola sono le opinioni e le idee di altri, sarà finita la nostra pace. 

Certo, questo è un mondo di molto peccato, un mondo in cui indicibili sofferenze ci turbano e ci confondono; certo, vi è molto nel comportamento di Dio che ci sorprende e ci turba, ma non c’è ragione per cui noi si debba unirci al coro dei figli di questo mondo e dire: "Se io fossi Dio, non permetterei questo né tollererei quest’altro", ecc. Faremmo meglio, in presenza dei misteri più incomprensibili, fare eco a quell’antico personaggio che disse: "Sto in silenzio, non aprirò bocca, perché sei tu che hai agito" (Salmo 39:9). La Scrittura ci dice: "Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!" (Ro. 11:33). Deve essere così se la fede deve essere messa alla prova, rafforzata la fiducia nella Sua sapienza, e promossa la sottomissione alla Sua santa volontà. Sta qui la differenza fondamentale fra l’uomo di fede e l’uno incredulo.

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