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venerdì 23 agosto 2013

CONFUTAZIONI DI ASTROLOGIA E MAGIA - I PARTE

Premessa


La ricerca si sviluppa partendo dai testi biblici che trattano l’argomento in relazione soprattutto ai popoli pagani con i quali gli Ebrei hanno avuto contatti nel corso dei secoli (Egizi, Cananei, Assiri, Babilonesi, Greci).
La seconda parte riguarda in dettaglio le pratiche religiose degli Etruschi, con qualche cenno alla religione romana.
La terza parte prende in esame la situazione odierna nella società cosiddetta cristiana per constatare purtroppo che ben poco è cambiato rispetto all’antichità.

1. Situazione nell’antichità secondo la Bibbia

1.1. L’astrologia

L'astrologia era nei tempi antichi lo studio della presunta influenza degli astri sul destino degli uomini (cfr. Is 47:13).
Lo studio degli astri, dei loro movimenti e della loro corrispondenza con gli eventi umani era alla base di tutta la civiltà babilonese, come pure di quella assira, ecc. Si partiva dal presupposto di una corrispondenza fra il mondo celeste e il mondo terrestre, così che questo era considerato riflettere le situazioni di quello. Come il ritmo della vita sulla terra è segnato dal ritmo del sole e della luna che distinguono i giorni, i mesi, l'avvicendarsi delle stagioni (cfr. Gen 1:14-18), così vi è un ritmo più ampio, che abbraccia i secoli, segnato dalle diverse posizioni dei pianeti. Alla fine di una di queste stagioni cosmiche, si ha un mutamento, con l'inizio di una nuova era. I fatti storici, il sorgere e il cadere degli imperi è anche un riflesso di questi mutamenti celesti; persino le reciproche relazioni degli dei vengono ad essere modificate.
Il sole, la luna e i pianeti e le stelle (fisse) erano considerati come la sede degli dèi, o come dèi: la Bibbia li chiama l'“esercito del cielo”, e Dio vieta decisamente ogni forma di culto nei loro riguardi (Deut 4: 19; 2 Re 17:16). Nel racconto del IV giorno della creazione (Gen 1: 14-18) i corpi celesti sono nominati indirettamente come “luminari”, privi di una propria potenza e personalità. Essi sono creazione diretta di Dio.
Lo studio degli astri nell’antichità era affidato ad una classe di persone che noi oggi definiamo astrologhi. La Riveduta traduce l'ebraico Hobene shamaym con gli uomini che misurano il cielo (Is 47:13). E’ certo che si trattava di persone che si occupavano di dividere il cielo in spazi per seguirvi in ciascuno di essi il corso dei pianeti, nella vana speranza di predire l'avvenire. Le stelle vennero raggruppate in costellazioni, a cui corrispondevano figure mitologiche (pensiamo per esempio al Gran Carro dell’Orsa Maggiore). Oggi sappiamo che le figure disegnate in cielo dalle stelle sono soltanto un effetto prospettico, ma per gli antichi non era così. Le costellazioni poste sul piano dell’eclittica (cioè del cammino apparente del Sole durante l’anno) furono chiamate “segni dello Zodiaco” (in tutto 12). Sono i ben noti Acquario, Pesci, Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno. Le date d’ingresso del Sole nei segni zodiacali sono: il 21 gennaio in Acquario, il 20 febbraio in Pesci, il 21 marzo in Ariete, e così via fino al 22 dicembre in Capricorno. Le costellazioni dello Zodiaco avevano affascinato pure gli Ebrei, a tal punto che l’empio re Manasse aveva introdotto nel tempio di Gerusalemme i loro simboli (2 Re 21: 5,6), oltre a praticare tutta una serie di magie e incantesimi.
(Lo studio minuzioso del cielo portò poi a poco a poco l’umanità alla scoperta di una scienza meravigliosa: l'astronomia).

1.2. La divinazione

Si definisce divinazione l'arte del conoscere le cose segrete presenti e future, mediante l’interpretazione di determinati segni o l'evocazione degli spiriti dei morti. Diffusa in tutto il mondo antico, era praticata spesso in relazione con il culto ufficiale di talune divinità. Anche in Israele la divinazione veniva praticata da indovini o negromanti. Cfr. 1 Sam 28: 6 ss. dove Saul non ricevendo una risposta da Dio si rivolge ad un'evocatrice di spiriti. La legge proibiva evidentemente la divinazione (Lev 19:31, 20: 27), ordinando per i trasgressori addirittura la lapidazione. L’addetto ai lavori, ossia l’indovino, tentava di leggere l'avvenire e di annunziare oracoli per mezzo di una specie d'ispirazione, di preteso soffio soprannaturale (è il caso della serva indovina incontrata da Paolo a Filippi, Atti 16:16) o più spesso mediante la lettura di certi fenomeni naturali come il volo degli uccelli, la posizione delle viscere delle vittime, in particolare del fegato (così faceva il re di Babilonia, cfr. Ez 21:26), o l’aspetto dell'acqua versata in un recipiente o i movimenti provocati da oggetti gettati nell'acqua stessa (idromanzia, Gen 44:5 parla della coppa di Giuseppe che serviva per trarre presagi).
Sappiamo che nell’antichità c’erano luoghi particolarmente deputati per consultare gli indovini e ricevere gli oracoli, ossia le risposte della divinità (in ambito greco, Delfi, Cuma, ecc.). E’ noto che questi oracoli erano spesso volutamente ambigui. E per accentuare l’atmosfera, la voce dell’indovino o della sibilla si esprimeva con fischi e sospiri, sembrando uscire dalla terra come un mormorio o un sussurro. (Is 8:19, 29:4 parla di sussurri e bisbigli, e di parole che escono sommessamente dalla polvere).
Un aspetto più grave della divinazione era la negromanzia, ossia la predizione dell'avvenire attraverso l'evocazione degli spiriti dei morti e la conversazione con essi (1 Sam 28:8; Is 8:19). In diverse epoche, gli Israeliti si diedero anch'essi alla divinazione mediante la negromanzia. 
Tuttavia erano stati avvertiti da Dio che consultando un negromante commettevano un peccato gravissimo. Dio considerava questa mancanza come una contaminazione, un contatto con gli spiriti impuri ed un atto d'apostasia. Abbiamo visto che Saul si rese egli stesso colpevole di questo peccato che provocò la sua morte (1 Sam 28:3,8,9; 1 Cron. 10:13,14).

1.3. La magia

Si definisce magia la pretesa di influenzare le potenze soprannaturali (divine o demoniache) che dominano la vita dell'uomo, mediante mezzi naturali (gesti, azioni o parole rituali). In ambito assiro e babilonese era praticata da una speciale classe di persone (Dan 2: 2). Un certo genere di magia (anche tra gli Ebrei) è comprovato dall'uso di amuleti atti a difendere chi li portava dagli influssi malvagi. Sembra che gli “orecchini” e le “mezzelune” servissero anche a questo scopo (Gen 35: 4; Os 2: 13; Giud 8: 21, 26; Is 3: 18). Così pure parole scritte erano impiegate allo stesso fine.
I profeti di Dio frequentemente combatterono la magia, che si manifestava anche nell'attribuire a determinate piante o sostanze virtù occulte, come pure varie forme di autolesionismo (I Re 18: 28) ed ogni sorta di sortilegi (Mich 5: 11). Ad esempio, la credenza nella virtù afrodisiaca della mandragola (un tipo di pianta) è documentata da Gen 30: 14 ss.
In stretta connessione con i sortilegi e gli incantesimi è la credenza dell'efficacia dell’invocare la benedizione o la maledizione (Num 22: 6; Giud 5: 23). Vi erano anche magi esperti nel maledire i giorni (Giob 3: 8).
La parola ebraica ashshaf indica gli stregoni e gli esorcisti che si servivano di formule magiche per farsi aiutare dagli spiriti maligni oppure per obbligarli a smettere di tormentare le loro ipotetiche vittime. 
Gli effetti soprannaturali ricercati riguardavano gli uomini, gli animali o le forze della natura. Tuttavia va fatto notare che i Testi Sacri non fanno sempre una distinzione precisa fra incantesimo e divinazione (Num 23:23; 24:1; 2 Re 17:17; Ger 27:9) né tra le altre forme d'occultismo, tutte interdette in maniera formale dalla legge di Dio (Deut 18:9-14). 
Questa puniva con la morte tanto i maghi che i negromanti (evocatori di spiriti dei defunti; Es 22:18; Lev 20:6,27).
Il Nuovo Testamento annota le stesse pratiche e parla di: Simon Mago (Atti 8:9,11); Bar Gesù (13:6,8); ad Efeso sono ricordati gli esorcisti giudei e gli adepti delle «arti magiche» con i loro libri di gran prezzo (19:13,19). La stregoneria è manifestamente un'opera della carne, secondo Gal 5:20, dove la parola greca è pharmakeia che sottintende l'uso di droghe e di filtri.

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